Durante il periodo di chiusura ci sono state diverse iniziative da casa per sognare assieme il

ritorno alla grande in Laguna : una di queste è stata la riedizione e riprogrammazione di itinerari

in Laguna . Sembra che alla ripresa ci sia stato un notevole interesse per provare sul campo , ed

una di queste è l'escursione in Laguna Sud organizzata da Diego :

Tre giorni di vela e barena. 

A che ora partimo? Ae 11… 
1 giorno: 
San Giuliano – San Leonardo – Cason Barenon 
Equipaggi: 
Siorbartolo.   : Diego C., Gianni V., Marco L. 
Soravento      : Sergio Z., Fabio B. 
Alice                : Franco M., Sara B. 
Nono d'oro    : Giancarlo S., Katia 
Vuelvo al Sur : Ester, Davide 
Camoma: Isabella, Adam 
Ritrovo ore 9,30 a Sangiu, terminiamo di caricare le barche, si beve un caffè da Valerio,
si alano le ultime barche…
a che ora partimo? Ae 11! 
A remi ci dirigiamo verso i passaggi sotto gli archi, la marea nel frattempo è salita. All’ancora armiamo le barche e con un po’ di vento portante facciamo rotta verso San Giorgio in Alga. Cerchiamo di risalire il più possibile prevedendo una rotazione del vento. All’altezza dell’isola il vento cala e ci aiutiamo con i remi. È il preludio per la rotazione del vento, così un po’ alla volta riprendiamo la navigazione a vela facendo rotta verso San Leonardo dove avevamo stabilito di ragrupparci. Il passaggio di una nave nel Canale dei petroli ci induce alla prudenza. Dopo un bagno ristoratore e una condivisione del pranzo riprendiamo la navigazione 
a vela percorrendo il canale Piovego. Un tratto del canale è controvento e ci costringe a dei bordi, quando il canale piega deciso verso destra per proseguire verso valle Zappa, noi attraversiamo il lago a sinistra intravedendo distintamente la sagoma del camino, unico resto del grande casone che asserviva la valle detta del Barenon. La marea ha raggiunto ormai il suo massimo e consente di passare anche sopra un arginello che delimita il canale Bastia che costeggia l’isolotto. Un vento che ha rinforzato crea qualche problema per ormeggiare, riusciamo comunque a superare le difficoltà. Delusione nel constatare che il tavolo con le panche non c’era più, al loro posto un piano di tavole posto sopra delle pietre. Scarichiamo a 
terra una vagonata di materiale per fare spazio all’interno delle barche e predisporre l’occorrente per la notte. Il vento non  accenna a diminuire mentre nuvole minacciose fanno la loro comparsa. Si montano i tiemi , si gonfiano i materassini e fiduciosi si mette a bollire l’acqua per una pasta al ragù. Il sole intanto è tramontato dietro alle nuvole e ci godiamo l’ultima luce che illumina il casone di Valle Zappa di fronte a noi. Colleghiamo alla batteria la striscia di luci led che posizioniamo sopra il tavolo, la pasta è pronta! Alla fine il temporale passa lontano lasciando libero un cielo stellato che possiamo ammirare. La giornata è stata 
pesante e le prime palpebre cominciano a chiudersi, ma c’è ancora il tempo per un’ultima domanda: ma ?
doman a che ora partimo? Ae 11... 
2 giorno 
Casone Barenon, Valle Zappa, cassa di colmata  DE 
Fortunatamente il vento ha tenuto alla larga le zanzare, così abbiamo potuto riposare discretamente. Il sole scalda già e fatto colazione smontiamo i tiemi, richiudiamo i materassini e riponiamo tutto sotto coperta. Ricarichiamo tutto il materiale che avevamo a terra e verso le “11” issiamo la vela e molliamo gli ormeggi percorrendo un tratto del Canale Bastia per poi attraversare il lago della Sora e entrare nel Canale Piovego all’altezza delle vecchie peociere, ora passiamo al lato della palafitta rifatta nuova da qualche anno di proprietà dell’ATN laguna sud e fatto la curva ci appare il Casone di Valle Zappa costruzione originale ma a mio avviso un po’ lontana dall’ambiente che la circonda. In questo tratto il vento costringe a bordeggiare, 
noi col topo preferiamo vogare e giriamo per primi verso le palificate delle barene artificiali di nuova costituzione dove ci fermiamo ad aspettare gli altri che hanno scelto di fare i bordi. Quando siamo tutti radunati diamo fondo alle risorse alimentari. Intanto il vento è ruotato verso est sud est così attraversiamo con un unico bordo i laghi Battioro e Tezze e imboccando il canale Tezze Fondie usciamo nella Tagliata Nuova. Qui il vento e la corrente sono contrari e cominciano a farsi sentire le tavanelle. Dopo una decina di bordi ci ritroviamo sempre nella stessa posizione pertanto mettiamo mano ai remi fino a raggiungere il grande pontile della cassa di colmata DE. Nel frattempo ci ha raggiunto il sandalo Camoma con Isabella e 
Addam, reduci da un’avventura che li ha portati fino a Grado. Il comune di Mira aveva fatto costruire il pontile che doveva servire per visite didattiche al laghetto artificiale a ridosso del quale vi erano due punti di osservazione. Ebbene il sentiero che porta al laghetto è completamente ostruito da una vegetazione che sta infestando tutte le casse di colmata e pertanto non siamo riusciti ad accedervi. Peccato! Avremo potuto vedere i cavalieri d’Italia litigare per contendersi una femmina. Lasciato il pontile facciamo vela fino all’isola che io chiamo dei sassi in quanto completamente ricoperta di ciottoli. Qui spiaggiamo vicino ad una delle tante “baracche” costruite dai frequentatori di queste zone. Un bagno è d’obbligo per rinfrescarci, scarichiamo l’occorrente per la cena, allestiamo una doccia da campeggio, proviamo anche a calare una rete da pesca ma con scarso risultato. Il menù della sera prevede spaghetti aglio e olio (quello buono che ha portato Gianni) integrato da molto altro. Il sole sta per tramontare e ci prepariamo a affrontare il nemico numero uno “ i mussati”. Cosparsi di Autan e armati di zampironi accesi affrontiamo il nemico. Tutto sommato pensavo peggio. Nel frattempo abbiamo provveduto a spostare le barche poco distante ormeggiando su un pontile dove passeremo la notte. L’isola dei “sassi” da rifugio a numerose specie di uccelli. Nella tarda primavera si possono osservare coppie di fratino e beccacce di mare che qui nidificano. 
La notte si soffre un po’ il caldo, così alcuni sono già svegli alle prime ore del giorno e si godono i colori dell’alba e un passaggio lontano dei fenicotteri. Riportate le barche in testa al canale facciamo colazione; 
ma a che ora partimo? Ae 11! 
3 giorno: cassa di colmata DE, cassa di colmata B, San Giuliano. 
Dal punto in cui siamo, possiamo raggiungere la seconda cassa di colmata con due percorsi: uno più lungo dove si deve percorrere tutta la terza cassa e uno più corto attraversandola seguendo il canale dei Mattoni. Decidiamo per quest’ultimo anche se per attraversare il tratto finale occorre scendere dalla barca e tirarla per un breve tratto. Per la prima volta accendiamo il motore. Il continuo via vai di navi traghetto e mercantili lungo il canale dei Petroli ha prodotto qui una larga insenatura quasi completamente ricoperta di sabbia, una sorta di piccolo bacan. Attraversato lo scanno entriamo nel canale interno alla cassa di colmata B fino a raggiungere il canale Volpego. Fortunatamente troviamo un posto attrezzato libero dove possiamo fare il bagno e mangiare in tranquillità all’ombra di una tettoia, nel frattempo ci raggiunge anche 
Alessandro Dissera Bragadin con la sua sampierota che non manca di raccontarci la storia gloriosa di Venezia e del suo avo scuoiato dai turchi a Famagosta. La brezza si è fatta sostenuta, è ora ormai di tornare. Attraversiamo il canale dei Petroli , gettiamo l’ancora, issiamo il solo fiocco per una rotta tranquilla al gran lasco con un vento sui 12 13 nodi. Abbastanza velocemente arriviamo all’altezza dell’arco 14 dove 
all’ancora riponiamo le vele, togliamo l’albero e ci dirigiamo verso la gru. Ci rimane la parte più difficoltosa 
del viaggio: il rimessaggio della barca!  Grazie ai partecipanti per aver condiviso con me quest’avventura e ... alla prossima. 
                                     Diego

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